Tra gli sacchetti
rifiuti grassi,
scarpetta
dei propri passi festosi
perduti,
guanto mingherlino
alla ricerca del compagno,
sciarpa solitaria
e un pane intero
si danno appuntamento
sotto le ali della notte,


il delicato calice dell’orchidea,
abituato alla chiacchere,
s’intride
dalle gocce di belle parole;
gelo sfoglia
un albo di fotografie,
visi, occhi
si rovesciano fuori;
da un libro tremolante
sogni stampati
svolazzano;
sulla matita colorata
ornamento d’oro
s’avvinghia,
come se scrivesse sul cielo
il messaggio della festa,
carta stagnola delle caramelle* vuote
danzano nel vento
serbando sapori;
in cerca di conforto,
rami di pino s’abbracciano,
e il collo sottile
d’una bottiglia di champagne,
proprio or’ dice addio alle milioni di promesse
cadenti nella profondità
dell’Anno nuovo…

*
*szaloncukor - bastoncino fondente offerto all’inizio come
dolcetto nei salotti dei signori, – di qua il nome – più tardi
come decorazione natalizio, avvolto in carta velina e carta
stagnola colorata, appeso sull’albero di Natale.

Csíkos Ibolya, a kítűnő fordító, fordította olaszra az Ünnepek után című versemet, amely
magyar nyelven olvasható: https://olahtamas.hu/index.php/versek2/verseim/1125-unnepek-utan
Köszönet érte.